yoga

La pratica dello Yoga in gravidanza, esercitarsi all’apertura.

Innanzitutto bisogna fare una premessa: lo Yoga non è una religione. Non è una ginnastica. Nemmeno uno sport, un gioco o una terapia. Lo Yoga è uno stato dell’essere. Non lo si può imparare, non lo si può insegnare, ma solo trasmettere, facilitando attraverso la relazione quelle condizioni che aprono la porta ad una sospensione, senza sforzo e senza scelta, anche solo di alcuni istanti. 

Lo Yoga è una via pratica fatta di esperienze che si sommano, secolo dopo secolo, andando a costituire un corpo di saperi concreti che spazia dall’etica alla neurofisiologia. Praticare posizioni o respirazioni non dà alcun diritto. Esercita un atteggiamento, un’apertura. 

Nella vita quotidiana, non abbiamo tempo, non abbiamo spazio, siamo abituate a controllare, ad organizzare, a ‘gestire’ ogni nostra azione. Ma come possiamo pensare di ‘gestire’ il nostro corpo quando non conosciamo che una minuscola parte del suo complesso funzionamento?

A maggior ragione durante il concepimento, la gravidanza o il parto… processi prevalentemente regolati e coordinati da processi involontari. 

Come possiamo dunque influenzarli positivamente, semplicemente con la volontà?

E’ qui che lo Yoga svela la sua ragion d’essere: la volontà può trasformarsi in esercizio di abbandono e di apertura. 

Daria Mascotto, Yoga in gravidanza. Foto di Nancy Condomitti.

La pratica di asana (posture), pranayama (respirazione e tecniche di circolazione dell’energia pranica) e dhyana (meditazione), in uno stato di distensione, concentrazione e ascolto rispettoso del proprio corpo, crea le condizioni necessarie al riequilibrio involontario e spontaneo delle nostre funzioni. Fisiologiche in primis.  Naturalmente, su un corpo in equilibrio, si può instaurare una psiche in equilibrio.  

Possiamo farci dono di un tempo ed uno spazio extra-quotidiano dove gli opposti non si escludono a vicenda, ma si completano, si integrano. Possiamo sperimentare l’interruzione dei continui vortici mentali e dell’illusorio concetto di dualismo fra corpo e mente, fra ciò che la vita è interiormente ed esteriormente, assaporando una profonda pienezza. Possiamo risvegliare ed affinare ciò che è il nostro bene più profondo: la coscienza. 

Possiamo scoprire un luogo a cui fare ritorno per rigenerarci, per trovare sollievo da ansie e paure, per trovare forza e amore infiniti. Prima, durante e dopo una gravidanza. Sempre.

Che cosa riusciamo ad immaginare di meglio per la nostra salute e per quella delle nostre creature?

Incoraggiamo dunque la donne alla pratica dello Yoga, perché, come nelle parole di Sri Nathamuni, saggio del XI secolo, “è lei, il suo corpo, responsabile dell’espansione e dell’evoluzione del genere umano”.

E’ lei l’Apertura.